L'angoscia che si racchiude tra le mura dell'ospedale psichiatrico infantile di Aguscello avvolge appena si è davanti al cancello. Questa struttura in provincia di Ferrara è fatiscente, pericolante in qualsiasi punto.
La struttura è stata edificata nel 1870 e nasce come abitazione privata, cambia spesso proprietari, fino ad arrivare al 1933..anno in cui passa di proprietà alla famiglia Bernardi.
Amelia Guerra, moglie del dottor Giovanni Bernardi rivaluta l'edificio da uso privato ad ospedale, specializzato ad accogliere malati di tubercolosi. Questo per 7 anni, fino a quando la famiglia Bernardi decide, nel 1940, di vendere alla Croce Rossa, che trasforma l'ospedale adibito a malati di tubercolosi ad ospedale psichiatrico infantile, per bimbi fino ai 13 anni.
La struttura rimane attiva per 30 anni, di proprietà della Croce Rossa e gestita da suore.
Quello che si dice sul comportamento delle suore nei confronti dei piccoli non fa certo onore. Sicuramente bambini difficili da gestire ma pur sempre bambini chiusi tra delle mura e sicuramente sotto controllo, alcuni di essi rinchiusi li solo perchè abbandonati ma senza problematiche psichiche. A questi bambini aspettano torture fisiche e psicologiche. Tra i resti che si possono trovare in questo ospedale psichiatrico, tra lettini e giostrine, apparecchiature adibite all'elettroshock.
Il dolore aleggia ancora tra queste pareti, impregnate di sofferenza e di urla strazianti.
Più che mai dal 1970, quando l'edificio è stato abbandonato di fretta. Sulle motivazioni vi pesano un paio di ipotesi, le cui unite probabilmente danno forma alla verità...
C'è chi parla di un epidemia virale e chi di un incendio doloso appiccato dalle suore ai piccoli ospiti della struttura, rinchiudendoli in una stanza all'ultimo piano con l'impossibilità di salvarsi.
Un epidemia virale sfuggita al loro controllo può averle portate a pianificare una soluzione drastica e crudele. Una decisione sicuramente non così difficile per chi abituato a trattamenti terrificanti.
Ed è proprio dopo quel giorno, che nella solitudine di quelle mura i piccoli ospiti giocano, ridono, piangono e a volte ancora gridano..condannati a dimorare li.....per sempre.
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